Tutto per caso o il frutto di un grande genio? …la nascita di un Carpentiere

Quando prendi in considerazione la seria decisione di iniziare un progetto come questo, che consiste nello “scrivere articoli su di un blog”, uno dei primi pensieri che ti passa per la mente…

…ovviamente subito dopo aver superato quella IMMENSA barriera del:

Ma posso davvero avere un blog?

È sicuramente:

Ed ora cosa ci scrivo su questo blog?

Infondo a scuola ero “portato” per la Matematica ed il Francese e cosa ancor peggiore dai banchi di scuola ci manco da un bel po’ di tempo.

(Un giorno vi racconterò anche la storia “dei miei esami di stato”)

Allora dopo notti insonni, dopo tanti pensieri, dopo aver “allisciato” e stropicciato la barba più e più volte, proprio in quel momento, si accende la lampadina

si …come capitava a Tom quando doveva escogitare un nuovo modo per catturare il topolino Jerry.

Ma come ho fatto a non pensarci prima?

INIZIO A SCRIVERE DAL PRINCIPIO

Il primo articolo deve partire dall’inizio e lo so che ora stai pensando:

Ovvio, banale è normale che con il primo articolo inizi dal principio!

Però ti garantisco che non è proprio così semplice e automatico, perchè poi: 

Che cos’è questo principio?

Ognuno ha il suo inizio, ed il mio di sicuro sono:

I RINGRAZIAMENTI

No, non partirà un articolo che ha come tema la mia storia e quali sono stati gli elementi importanti, i passaggi fondamentali della mia crescita e che ringrazio.

Se, ti può interessare un pezzettino della mia storia puoi andare su questa pagina

No, mi riferisco ad un ringraziamento più ampio e che pone le sue radici molto lontano.

Ho pensato a chi dovrei ringraziare come carpentiere di strutture in cemento armato e a domandarmi:

  1. Chi ha intuito che le strutture in cemento armato, possono soddisfare una particolare esigenza?
  2. Perché i carpentieri hanno questo nome?
  3. Ma i carpentieri, chi devono ringraziare per esistere come categoria?

Ho iniziato ad indagare e un po’ anche a studiare e così ho scoperto che:

Vi sono dei ritrovamenti dell’utilizzo del calcestruzzo, con aggiunta di pozzolana (noto con il nome di betunium), in cui venivano affogate delle barre di bronzo, già in epoca romana.

(I Romani, un popolo da sempre geniale e con una marcia in più)

Mentre una cosa che mi ha sorpreso molto, è stata quella di leggere che prima di avere una larga diffusione in edilizia, il calcestruzzo armato è stato impiegato, pensa un pò, in ambito navale. 

Sì, posso immaginare il tuo stupore, anche io sono rimasto come già detto: molto sorpreso.

Poi ho scoperto un’altra cosa interessante:

Anche se nei primi decenni dell’800, un certo William Wilkinson, registra un primo brevetto britannico per il «miglioramento nella costruzione di dimore a prova di fuoco, di magazzini, di altre costruzioni e delle parti delle stesse», non ne è riconosciuto come l’inventore.

(A William Wilkinson, tra l’altro, neanche wikipedia attribuisce una pagina personale)

Ma tuttavia l’invenzione del primo «cemento rinforzato» è generalmente attribuita alla scoperta fortuita di un giardiniere parigino di nome Joseph Monier.

Come direbbe qualcuno:

“Ci vuole fortuna nella vita!

Questa affermazione è veritiera per certi versi, ma non la condivido a pieno e più avanti è intuibile anche capire il perché.

Il giardiniere parigino, tentando di realizzare fioriere in litocemento, notò che la gabbia di metallo usata per trattenere e modellare la miscela di cemento dimostrava la proprietà di non staccarsi facilmente dal calcestruzzo stesso.

E nel 1867, deposita il brevetto per la realizzazione di vasi da fiori, con la tecnica dell’armatura, fu anche l’anno in cui, i suoi vasi furono visti durante un’esposizione a Parigi da un giovane Ingegnere.

Questo ingegnere di nome François Hennebique, circa venti anni più tardi, sperimenta per la sua prima volta una gettata di calcestruzzo armato per una soletta.

E qui che, il GENIO affaristico e non “la fortuna”, da un forte slancio allo sviluppo e alla diffusione del cemento armato.

Il giovane ingegnere/apprendista muratore, con uno slogan sensazionale «Plus d’incendies desastreux» (“Basta incendi disastrosi.”), tra il 1892 al 1908 mette in piedi una grande organizzazione commerciale internazionale.

E con oltre quaranta agenti all’estero vende il «Systéme Hennebique a l’épreuve du feu, breveté» in tutta Europa e in gran parte del mondo. 

In Italia è l’ingegner Angelo Lanzoni, ad essere ricordato come il pioniere dell’utilizzo del cemento armato, con un suo brevetto del 1883.

Anche se la diffusione nella nostra nazione, non si deve a lui, ma ad un’impresa Torinese.

L’Impresa Porcheddu, licenzataria esclusiva per l’Italia proprio del «Systéme Hennebique», che lo applica con crescente successo, realizzando svariate opere pubbliche e private a Torino e in tutto il territorio nazionale. 

Ed è anche al largo uso del plurilaureato ingegner Giovanni Antonio Porcheddu che, successivamente si applicano anche alcuni miglioramenti al brevetto, in particolare nell’utilizzo dei pieghi nelle barre di armatura.

Mentre è l’architetto franco-svizzero Le Corbusier ad essere tra i primi a comprendere le potenzialità innovative del calcestruzzo armato nell’ambito dell’architettura contemporanea e a sfruttarlo ampiamente nelle sue opere del secondo dopoguerra, dopo averne visto le potenzialità intuite dal suo maestro Auguste Perret.

In merito alla seconda domanda che mi sono posto relativa a perché noi carpentieri ci chiamiamo così, ho fatto fede al vocabolario scoprendo diverse altre cose.

A dire il vero pensavo ad un’altra origine e che così su due piedi sono rimasto un po’ deluso ma il dizionario treccani, mi suggerisce:

s.m. [dal lat. carpentarius, der. di carpentum «carro», secondo il modello del fr. charpentier]

In poche parole si fa’ origine al fabbricatore di carri.

Per cui, dopo tanto leggere e ricercare, volendo rispondere anche alla mia terza ed ultima domanda, ma di sicuro la più importante:

Chi devo ringraziare?

Penso che i ringraziamenti, in questo caso come in altri, debbano essere rivolti a tutte quelle figure che nel corso dei secoli, con il proprio intuito, la propria dedizione ed a volte anche un pizzico di fortuna, abbiano cercato di ottenere qualcosa di meglio per loro e per gli altri.

Così mi piace pensare che un giorno anche una nostra azione possa essere un piccolo INPUT.

Capace magari di poter far nascere quella intuizione capace di dare origine a qualcosa di nuovo e in grado di cambiare sostanzialmente la vita di un altro gruppo di persone. 

Qual è la tua idea in merito, credi che i grandi cambiamenti accadano per caso o ci sia sempre lo zampino di qualche genio che coglie l’occasione?

 

Per ora ti saluto e ricorda:

“Il chiodo che sporge va preso a martellate.”

Francesco

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